L'Etna in eruzione, nube di cenere alta 9 chilometri
Livello di allerta massimo. L'emergenza della pioggia di cenere sui paesi vicini.E' ripresa ieri mattina l'attività stromboliana dal Cratere di Sud-Est. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, afferma che la nube eruttiva raggiunge un'altezza di circa 4500 m e si disperde in direzione ENE.Cosa sta accadendo all'interno del grande vulcano?Lo spiega al Corsera lo scienziato Marco Viccaro, docente all'università di Catania e presidente dell'associazione dei vulcanologi italiani: «La nuova colonna di fumo e gas che raggiunge un'altezza fra i 9 ed i 10 chilometri è il segno del dinamismo continuo all'interno del vulcano. Dopo oltre 3 settimane di pausa l'Etna si è riattivato con un episodio energetico che dimostra come la sequenza iniziata nel dicembre del 2020 sia ancora pienamente in atto. Il vulcano riceve continuamente volumi di magma ricco in gas più o meno consistenti che vengono trasferiti in maniera transiente.Questo determina una variazione della frequenza di accadimento che in precedenza è stata giornaliera o addirittura con più di un episodio nelle 24 ore, mentre da qualche settimana è scesa intorno alle 2-3 settimane». L'attività parossistica è concentrata sulla sommità dell'Etna, non vi è alcun pericolo per le persone. La questione delicata è invece il riproporsi dell'ormai cronica emergenza della caduta di cenere che comporta problemi sul piano della viabilità e dei trasporti, danni all'agricoltura e disagi ai cittadini alle prese con la pulitura dei tetti e delle terrazze delle loro abitazioni. I comuni etnei colpiti dalla ricaduta di ceneri e lapilli da molti mesi, sono ormai in ginocchio, non hanno più fondi per la pulizia straordinaria (che è ormai divenuta ordinaria) delle strade e degli edifici pubblici. Nonostante alcuni aiuti statali, i fondi sono esigui rispetto agli sforzi compiuti dai comuni -in particolare quelli della fascia ionico-etnea e quelli pedemontani-.Vi sono centri come Giarre, Milo, Zafferana Etnea, Riposto, Santa Venerina, Pedara, Trecastagni, che sono in notevole difficoltà da mesi nell'affrontare l'emergenza cenere. Il punto nodale...Fonte: Local Team
Livello di allerta massimo. L'emergenza della pioggia di cenere sui paesi vicini. E' ripresa ieri mattina l'attività stromboliana dal Cratere di Sud-Est. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, afferma che la nube eruttiva raggiunge un'altezza di circa 4500 m e si disperde in direzione ENE.
Cosa sta accadendo all'interno del grande vulcano? Lo spiega al Corsera lo scienziato Marco Viccaro, docente all'università di Catania e presidente dell'associazione dei vulcanologi italiani: «La nuova colonna di fumo e gas che raggiunge un'altezza fra i 9 ed i 10 chilometri è il segno del dinamismo continuo all'interno del vulcano. Dopo oltre 3 settimane di pausa l'Etna si è riattivato con un episodio energetico che dimostra come la sequenza iniziata nel dicembre del 2020 sia ancora pienamente in atto. Il vulcano riceve continuamente volumi di magma ricco in gas più o meno consistenti che vengono trasferiti in maniera transiente.
Questo determina una variazione della frequenza di accadimento che in precedenza è stata giornaliera o addirittura con più di un episodio nelle 24 ore, mentre da qualche settimana è scesa intorno alle 2-3 settimane». L'attività parossistica è concentrata sulla sommità dell'Etna, non vi è alcun pericolo per le persone. La questione delicata è invece il riproporsi dell'ormai cronica emergenza della caduta di cenere che comporta problemi sul piano della viabilità e dei trasporti, danni all'agricoltura e disagi ai cittadini alle prese con la pulitura dei tetti e delle terrazze delle loro abitazioni. I comuni etnei colpiti dalla ricaduta di ceneri e lapilli da molti mesi, sono ormai in ginocchio, non hanno più fondi per la pulizia straordinaria (che è ormai divenuta ordinaria) delle strade e degli edifici pubblici. Nonostante alcuni aiuti statali, i fondi sono esigui rispetto agli sforzi compiuti dai comuni -in particolare quelli della fascia ionico-etnea e quelli pedemontani-.
Vi sono centri come Giarre, Milo, Zafferana Etnea, Riposto, Santa Venerina, Pedara, Trecastagni, che sono in notevole difficoltà da mesi nell'affrontare l'emergenza cenere. Il punto nodale...
Fonte: Local Team
Livello di allerta massimo. L'emergenza della pioggia di cenere sui paesi vicini.E' ripresa ieri mattina l'attività stromboliana dal Cratere di Sud-Est. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, afferma che la nube eruttiva raggiunge un'altezza di circa 4500 m e si disperde in direzione ENE.Cosa sta accadendo all'interno del grande vulcano?Lo spiega al Corsera lo scienziato Marco Viccaro, docente all'università di Catania e presidente dell'associazione dei vulcanologi italiani: «La nuova colonna di fumo e gas che raggiunge un'altezza fra i 9 ed i 10 chilometri è il segno del dinamismo continuo all'interno del vulcano. Dopo oltre 3 settimane di pausa l'Etna si è riattivato con un episodio energetico che dimostra come la sequenza iniziata nel dicembre del 2020 sia ancora pienamente in atto. Il vulcano riceve continuamente volumi di magma ricco in gas più o meno consistenti che vengono trasferiti in maniera transiente.Questo determina una variazione della frequenza di accadimento che in precedenza è stata giornaliera o addirittura con più di un episodio nelle 24 ore, mentre da qualche settimana è scesa intorno alle 2-3 settimane». L'attività parossistica è concentrata sulla sommità dell'Etna, non vi è alcun pericolo per le persone. La questione delicata è invece il riproporsi dell'ormai cronica emergenza della caduta di cenere che comporta problemi sul piano della viabilità e dei trasporti, danni all'agricoltura e disagi ai cittadini alle prese con la pulitura dei tetti e delle terrazze delle loro abitazioni. I comuni etnei colpiti dalla ricaduta di ceneri e lapilli da molti mesi, sono ormai in ginocchio, non hanno più fondi per la pulizia straordinaria (che è ormai divenuta ordinaria) delle strade e degli edifici pubblici. Nonostante alcuni aiuti statali, i fondi sono esigui rispetto agli sforzi compiuti dai comuni -in particolare quelli della fascia ionico-etnea e quelli pedemontani-.Vi sono centri come Giarre, Milo, Zafferana Etnea, Riposto, Santa Venerina, Pedara, Trecastagni, che sono in notevole difficoltà da mesi nell'affrontare l'emergenza cenere. Il punto nodale...Fonte: Local Team
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