In questa fase iniziale di quella che sarà una poderosa campagna vaccinale di portata storica, emergono da più parti disparati quesiti provenienti da tutti gli strati culturali della popolazione. Abbiamo chiesto a Giovanni Mazzola, primario infettivologo all’ospedale sant’Elia di Caltanissetta, di rispondere alle domande più frequenti:
L’attuale vaccino che viene somministrato è efficace per quanto tempo e da quando? Il vaccino ad RNA attualmente disponibile è un frammento di genoma virale per cui non può avvenire una replicazione del Sars-cov2 come invece avviene nel caso dei vaccini di virus vivi-attenuati (esempio morbillo) . Questo implica che la durata dell’immunoprotezione dalla Covid, in atto non ancora nota, sarà verosimilmente più simile a quella del vaccino anti influenzale (anch’esso inattivato) . I vaccini vivi-attenuati, al contrario, spesso conferiscono agli individui un’ immunità anche pluridecennale. Lo scenario di una vaccinazione annuale del coronavirus insieme al vaccino antinfluenzale è quindi probabile e realistico . Riguardo alla domanda “da quando inizia l’immunoprotezione?": dallo studio registrativo del vaccino Pfizer-bcth , si evice una netta flessione della curva dei contagi nella popolazione vaccinata (rispetto ai controlli non vaccinati ) a partire dal 12° giorno dalla prima somministrazione. Questo non vuol dire che bisogna ridurre l’uso dei dispositivi di protezione perché l’immunità completa avverrà soltanto a distanza di una settimana dalla seconda dose di richiamo.
Quali sono gli effetti collaterali più frequenti ? Dallo studio pubblicato su New England Journal of Medicine risultano più frequenti dolenzìa nella sede di inoculo, febbricola , stanchezza, mal di testa e brividi in una percentuale di pazienti che va dal 10 al 51 % (maggiormente dopo la seconda dose e a distanza di 24-48 ore dalla somministrazione). Raramente questi disturbi necessitano di terapia sintomatica per esempio con paracetamolo .
Il vaccino può essere somministrato alle gravide e ai pazienti immunodepressi (per esempio in trattamento con farmaci biologici per tumori o altre malattie autoimmuni)? Per quanto riguarda le gravide non ci sono dati certi in quanto questa popolazione di persone non è stata investigata negli studi clinici . Tuttavia esiste un “position paper” della società italiana di ginecologia che non esclude la possibilità di vaccinare trattandosi di vaccini ad RNA già sperimentati in altri casi . Tuttavia acquisire il consenso informato da parte della gravida è mandatorio e bisogna anche dire che in caso di malattia da COVID 19 non sembrano esserci particolari rischi aggiuntivi per la madre o per il feto alla nascita . Per quanto riguarda gli immunodepressi la discussione è analoga per cui bisogna valutare il rischio/beneficio che sicuramente in questo momento, considerata la probabilità di malattia grave da coronavirus , è a vantaggio del beneficio del vaccino in questa popolazione selezionata .
Sarebbe meglio attendere i vaccini tradizionali anziché rischiare con vaccini nuovi mai utilizzati prima? Non esiste nessuna ragione per pensare che i vaccini tradizionali siano più sicuri , infatti le agenzie regolatorie hanno dispensato rapidamente i nuovi vaccini in relazione a percentuali di efficacia notevoli (probabilmente superiori -seppure di poco-rispetto ai vaccini tradizionali ) . Gli effetti collaterali riportati negli studi sono analoghi e sembrano confermati anche nella pratica clinica che riguarda già milioni di persone nel mondo
I pazienti che hanno già avuto il covid devono essere vaccinati ? Si anche se potrebbero essere sottoposti al vaccino 3 mesi dopo l’infezione infatti i casi di re- infezione da altri ceppi sono rari e comunque la immunoprotezione per alcuni mesi può essere garantita naturalmente dagli anticorpi neutralizzanti l’ anti proteina spike del coronavirus .
Effettuare il tampone prima del vaccino e misurare il titolo anticorpale a vaccinazione avvenuta? In questo momento non è previsto al di fuori di studi clinici di Real life
Prevede che sarà necessario rendere il vaccino obbligatorio in futuro ? Spero davvero di no! E’ fin troppo palese per tutti il danno in termini di mortalità, di morbidità, di stress del sistema sanitario e di disastro delle economie che questo virus sta provocando. Immagino che tutte le resistenze attuali si vadano estinguendo nel tempo; ho sentito tanti colleghi e operatori sanitari all’inizio perplessi …. Se vi capiterà di visitare gli ambulatori vaccinali vedrete la folla di persone che vogliono immunizzarsi . E comunque la Sicilia è tra le prime regioni italiane in termini di numerosità di dosi somministrate .
In questa fase iniziale di quella che sarà una poderosa campagna vaccinale di portata storica, emergono da più parti disparati quesiti provenienti da tutti gli strati culturali della popolazione. Abbiamo chiesto a Giovanni Mazzola, primario infettivologo all'ospedale sant'Elia di Caltanissetta, di rispondere alle domande più frequenti:
L'attuale vaccino che viene somministrato è efficace per quanto tempo e da quando?
Il vaccino ad RNA attualmente disponibile è un frammento di genoma virale per cui non può avvenire una replicazione del Sars-cov2 come invece avviene nel caso dei vaccini di virus vivi-attenuati (esempio morbillo) . Questo implica che la durata dell'immunoprotezione dalla Covid, in atto non ancora nota, sarà verosimilmente più simile a quella del vaccino anti influenzale (anch'esso inattivato) . I vaccini vivi-attenuati, al contrario, spesso conferiscono agli individui un' immunità anche pluridecennale. Lo scenario di una vaccinazione annuale del coronavirus insieme al vaccino antinfluenzale è quindi probabile e realistico .
Riguardo alla domanda "da quando inizia l'immunoprotezione?": dallo studio registrativo del vaccino Pfizer-bcth , si evice una netta flessione della curva dei contagi nella popolazione vaccinata (rispetto ai controlli non vaccinati ) a partire dal 12° giorno dalla prima somministrazione. Questo non vuol dire che bisogna ridurre l'uso dei dispositivi di protezione perché l'immunità completa avverrà soltanto a distanza di una settimana dalla seconda dose di richiamo.
Quali sono gli effetti collaterali più frequenti ?
Dallo studio pubblicato su New England Journal of Medicine risultano più frequenti dolenzìa nella sede di inoculo, febbricola , stanchezza, mal di testa e brividi in una percentuale di pazienti che va dal 10 al 51 % (maggiormente dopo la seconda dose e a distanza di 24-48 ore dalla somministrazione). Raramente questi disturbi necessitano di terapia sintomatica per esempio con paracetamolo .
Il vaccino può essere somministrato alle gravide e ai pazienti immunodepressi (per esempio in trattamento con farmaci biologici per tumori o altre malattie autoimmuni)?
Per quanto riguarda le gravide non ci sono dati certi in quanto questa popolazione di persone non è stata investigata negli studi clinici . Tuttavia esiste un "position paper" della società italiana di ginecologia che non esclude la possibilità di vaccinare trattandosi di vaccini ad RNA già sperimentati in altri casi . Tuttavia acquisire il consenso informato da parte della gravida è mandatorio e bisogna anche dire che in caso di malattia da COVID 19 non sembrano esserci particolari rischi aggiuntivi per la madre o per il feto alla nascita .
Per quanto riguarda gli immunodepressi la discussione è analoga per cui bisogna valutare il rischio/beneficio che sicuramente in questo momento, considerata la probabilità di malattia grave da coronavirus , è a vantaggio del beneficio del vaccino in questa popolazione selezionata .
Sarebbe meglio attendere i vaccini tradizionali anziché rischiare con vaccini nuovi mai utilizzati prima?
Vaccino anti-covid 19: dall'efficacia agli eventi avversi. Il primario infettivologo Mazzola risponde alle domande più frequenti