"Uccise il figlio bruciandolo in auto". Caltanissetta: fissato il processo per il riesino Stefano Di Francesco
Stefano Di Francesco
Uccise il figlio bruciandolo vivo per contrasti d'affari. La Procura di Caltanissetta non arretra di un passo e ha chiesto e ot...
Redazione
28 Novembre 2014 19:59
Stefano Di Francesco
Uccise il figlio bruciandolo vivo per contrasti d'affari. La Procura di Caltanissetta non arretra di un passo e ha chiesto e ottenuto dal Gip il giudizio immediato per Stefano Di Francesco, il riesino di 64 anni che è in carcere dallo scorso 10 luglio con l’accusa di avere ucciso il figlio trentunenne Piero, bruciandolo quando era svenuto dentro una Mercedes abbandonata dopo averlo tramortito. Il delitto risale al 9 gennaio del 2012 e secondo gli inquirenti il movente va inquadrato nei forti contrasti fra padre e figlio sulla gestione dell’azienda di bonifiche ambientali. Il processo per il presunto padre omicida è stato fissato per il 27 gennaio davanti alla Corte d'Assise di Caltanissetta. La moglie dell'imputato e il secondogenito Eugenio sono assistiti dagli avvocati Margherita Genco e Danilo Tipo, mentre la vedova dell'imprenditore, Giusy Marotta, è difesa dall'avvocato Walter Tesauro. Appare scontata la costituzione di parte civile contro l'imputato all'avvio del dibattimento che inizierà fra due mesi esatti.
Piero Di Francesco
Inizialmente Stefano Di Francesco (difeso dagli avvocati Giampiero Russo e Michele Micalizzi) era stato indagato a piede libero ma questa estate è arrivata la svolta. L'uomo, infatti, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo al termine di un'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Roberto Condorelli, che hanno raccolto una serie di indizi a suo carico a cominciare da una intercettazione captata sulla tomba della vittima in cui il padre - durante un pianto liberatorio - confesserebbe il delitto. “Cricchietto, beddru mia… to pà chi ti fici!", furono le parole intercettate dalla microspia piazzata sulla lapide del giovane imprenditore. Recentemente il padre finito sotto accusa è stato interrogato dal sostituto procuratore, ma s'è avvalso della facoltà di non rispondere. Sarà il processo fra non molto a stabilire se è colpevole o innocente. FOTO ARCHIVIO
Stefano Di Francesco
Uccise il figlio bruciandolo vivo per contrasti d'affari. La Procura di Caltanissetta non arretra di un passo e ha chiesto e ottenuto dal Gip il giudizio immediato per Stefano Di Francesco, il riesino di 64 anni che è in carcere dallo scorso 10 luglio con l’accusa di avere ucciso il figlio trentunenne Piero, bruciandolo quando era svenuto dentro una Mercedes abbandonata dopo averlo tramortito. Il delitto risale al 9 gennaio del 2012 e secondo gli inquirenti il movente va inquadrato nei forti contrasti fra padre e figlio sulla gestione dell’azienda di bonifiche ambientali. Il processo per il presunto padre omicida è stato fissato per il 27 gennaio davanti alla Corte d'Assise di Caltanissetta. La moglie dell'imputato e il secondogenito Eugenio sono assistiti dagli avvocati Margherita Genco e Danilo Tipo, mentre la vedova dell'imprenditore, Giusy Marotta, è difesa dall'avvocato Walter Tesauro. Appare scontata la costituzione di parte civile contro l'imputato all'avvio del dibattimento che inizierà fra due mesi esatti.
Piero Di Francesco
Inizialmente Stefano Di Francesco (difeso dagli avvocati Giampiero Russo e Michele Micalizzi) era stato indagato a piede libero ma questa estate è arrivata la svolta. L'uomo, infatti, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo al termine di un'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Roberto Condorelli, che hanno raccolto una serie di indizi a suo carico a cominciare da una intercettazione captata sulla tomba della vittima in cui il padre - durante un pianto liberatorio - confesserebbe il delitto. “Cricchietto, beddru mia… to pà chi ti fici!", furono le parole intercettate dalla microspia piazzata sulla lapide del giovane imprenditore. Recentemente il padre finito sotto accusa è stato interrogato dal sostituto procuratore, ma s'è avvalso della facoltà di non rispondere. Sarà il processo fra non molto a stabilire se è colpevole o innocente. FOTO ARCHIVIO
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"Uccise il figlio bruciandolo in auto". Caltanissetta: fissato il processo per il riesino Stefano Di Francesco