Tra gli imputati c'è anche il colonnello dei carabinieri Letterio Romeo. «Conobbi il colonnello, di cui mi riferirono le grandi capacità, al mio arrivo a Caltanissetta - ha detto Marino che è stato sostituto procuratore della Dda Nissena - e si instaurò subito un importante rapporto professionale e successivamente anche di amicizia. Il giorno che fu eseguita l'operazione "Doppio Colpo", che portò tra gli altri all'arresto di Vincenzo Arnone, furono trovate delle fotografie durante delle perquisizioni a casa di quest'ultimo. Romeo mi telefonò e mi disse che c'erano delle foto che in un primo momento non si potevano acquisire agli atti del procedimento. Io dissi che andavano acquisite subito. Andarono una seconda volta e mi disse che erano state trovate delle foto di Vincenzo Arnone con Antonello Montante e una donna. A me le foto del matrimonio non interessavano, quelle ci potevano stare, mi interessavano quelle in cui i due erano insieme ad Assindustria. In quel periodo - ha aggiunto Marino - tutto ciò che riguardava Montante era tabù. Era diffusa tra i magistrati e le forze dell'ordine la voce che se ti mettevi contro Montante potevi avere conseguenze negative».
«Il colonnello Letterio Romeo - ha continuato Marino - mi chiamò allarmato e turbato dicendo che aveva ricevuto una chiamata da Antonello Montante durante la quale quest'ultimo si congratulava per l'operazione Doppio Colpo e a un certo punto gli disse "ho saputo cosa avete preso, stai attento che ti rompo i denti". Il tono della voce e la scusa della chiamata per le congratulazioni, Romeo la percepì come una minaccia. Di questa chiamata fece una relazione di servizio che consegnò a me personalmente in ufficio. Non come atto da inserire nel procedimento, ma voleva lasciare traccia di quello che era avvenuto a futura memoria. La denuncia di Letterio Romeo non fu mai formalizzata».
Sistema Montante, il pm mostra in aula foto che ritraggono l'ex leader di Confindustria con il boss Arnone