Ieri sera la Corte Costituzionale ha ammesso cinque dei sei referendum sulla giustizia: è rimasto fuori solo il quesito sulla responsabilità civile diretta dei magistrati ma sono passati tutti gli altri che, in caso di vittoria del SI, apporteranno modifiche molto importanti al sistema giudiziario. Il Comitato dei Giuristi Siciliani per i referendum che ha già fatto campagna per il NO in occasione dei referendum del 2016 (trasformazione del Senato) e del 2020 (riduzione del numero dei parlamentari) torna in campo, stavolta per sostenere le ragioni del SI. Il Comitato Regionale è guidato dal Prof. Avv. Gaetano Armao, Vicepresidente della Regione Siciliana e AssessoreRegionale dell’Economia, e composto dai seguenti referenti provinciali: Avv. Francesco Greco (Vicepresidente del CNF) per Palermo; On. Avv. Stefano Pellegrino per Trapani; Avv. Antonino Gaziano per Agrigento; Avv. Antonio Onofrio Campione (a sinistra nella foto) per Caltanissetta; Avv. Eliana Maccarrone per Enna; On. Avv. Giorgio Assenza per Ragusa; Avv. Paolo Reale per Siracusa; Avv. Enrico Trantino per Catania; On. Avv. Bernadette Grasso per Messina. I referendum vertono sui seguenti quesiti: 1. abrogazione della Legge Severino che fa decadere i titolari di cariche pubbliche in caso di condanna penale in primo grado o li rende incandidabili; 2. restrizione dei casi di applicazione della custodia cautelare; 3. separazione delle funzioni giudicante e inquirente; 4. abolizione dell’obbligo della raccolta delle firme per la candidatura al CSM; 5. introduzione del diritto di voto agli avvocati nei Consigli Giudiziari per le valutazioni di professionalità dei magistrati. Il Comitato prende atto che questa politica e questo Parlamento non hanno la forza e il tempo di procedere a una riforma complessiva della giustizia, come chiesta dai cittadini e dall’Unione Europea, e ritiene pertanto che l’impulso popolare – già massima espressione di democrazia – possa fungere da pungolo al nuovo Parlamento (che sarà eletto nel febbraio-marzo 2023 n.d.r.) per varare una revisione dell’intero sistema giudiziario in chiave più efficientista e garantista e porlo in linea con quelli più avanzati. L’avvocato Campione, che abbiamo contattato subito dopo avere preso visione del comunicato stampa che lo ha confermato nel Comitato dei Giuristi Siciliani, ha dichiarato: «i referendum sono necessari a causa dell’inerzia della politica e comunque la voce diretta dei cittadini è sempre un ottimo esercizio di democrazia, specialmente in settori così importanti. Certamente auspichiamo che il prossimo Parlamento vari una riforma complessiva – e questo sarà possibile solo con la vittoria del SI – che valorizzi i principi di efficienza e di garantismo. Non sono referendum punitivi nei confronti della Magistratura, composta per larga parte da ottimi elementi, ma anzi essi servono per valorizzare il merito e rafforzare l’indipendenza del singolo magistrato. Mi permetto di aggiungere che un'eventuale vittoria del SI rafforzerà anche la posizione dell’Avvocatura, che ha il diritto di mantenere la propria dignità e la propria autonomia per potere difendere al meglio i diritti dei cittadini che si rivolgono alla Giustizia: se è vero che le sentenze le emettono i giudici, è anche vero che il loro contenuto è determinato dall’azione degli avvocati». Alla domanda sul rischio di non raggiungere il quorum del 50% più uno – come noto condizione di validità del referendum – l’avvocato Campione ha risposto così: «il rischio c’è sempre anche perché i cittadini sono molto sfiduciati dalla politica e spesso rinunciano a fare sentire la loro voce, ma penso che con una corretta informazione da parte dei media delle ragioni di entrambe le parti il quorum sarà raggiunto. Come sempre ci rimetteremo alla volontà del popolo sovrano, anche se penso che gli elettori si siano pentiti di avere votato a favore della riduzione del numero dei parlamentari e che un certo populismo qualunquista sia oramai al tramonto. Invito tutti – operatori del diritto e comuni cittadini – al dibattito sui referendum per un voto consapevole. Noi faremo la nostra parte».
Ieri sera la Corte Costituzionale ha ammesso cinque dei sei referendum sulla giustizia: è rimasto fuori solo il quesito sulla responsabilità civile diretta dei magistrati ma sono passati tutti gli altri che, in caso di vittoria del SI, apporteranno modifiche molto importanti al sistema giudiziario. Il Comitato dei Giuristi Siciliani per i referendum che ha già fatto campagna per il NO in occasione dei referendum del 2016 (trasformazione del Senato) e del 2020 (riduzione del numero dei parlamentari) torna in campo, stavolta per sostenere le ragioni del SI. Il Comitato Regionale è guidato dal Prof. Avv. Gaetano Armao, Vicepresidente della Regione Siciliana e AssessoreRegionale dell'Economia, e composto dai seguenti referenti provinciali: Avv. Francesco Greco (Vicepresidente del CNF) per Palermo; On. Avv. Stefano Pellegrino per Trapani; Avv. Antonino Gaziano per Agrigento; Avv. Antonio Onofrio Campione (a sinistra nella foto) per Caltanissetta; Avv. Eliana Maccarrone per Enna; On. Avv. Giorgio Assenza per Ragusa; Avv. Paolo Reale per Siracusa; Avv. Enrico Trantino per Catania; On. Avv. Bernadette Grasso per Messina.
I referendum vertono sui seguenti quesiti: 1. abrogazione della Legge Severino che fa decadere i titolari di cariche pubbliche in caso di condanna penale in primo grado o li rende incandidabili; 2. restrizione dei casi di applicazione della custodia cautelare; 3. separazione delle funzioni giudicante e inquirente; 4. abolizione dell'obbligo della raccolta delle firme per la candidatura al CSM; 5. introduzione del diritto di voto agli avvocati nei Consigli Giudiziari per le valutazioni di professionalità dei magistrati.
Il Comitato prende atto che questa politica e questo Parlamento non hanno la forza e il tempo di procedere a una riforma complessiva della giustizia, come chiesta dai cittadini e dall'Unione Europea, e ritiene pertanto che l'impulso popolare - già massima espressione di democrazia - possa fungere da pungolo al nuovo Parlamento (che sarà eletto nel febbraio-marzo 2023 n.d.r.) per varare una revisione dell'intero sistema giudiziario in chiave più efficientista e garantista e porlo in linea con quelli più avanzati. L'avvocato Campione, che abbiamo contattato subito dopo avere preso visione del comunicato stampa che lo ha confermato nel Comitato dei Giuristi Siciliani, ha dichiarato: «i referendum sono necessari a causa dell'inerzia della politica e comunque la voce diretta dei cittadini è sempre un ottimo esercizio di democrazia, specialmente in settori così importanti. Certamente auspichiamo che il prossimo Parlamento vari una riforma complessiva - e questo sarà possibile solo con la vittoria del SI - che valorizzi i principi di efficienza e di garantismo. Non sono referendum punitivi nei confronti della Magistratura, composta per larga parte da ottimi elementi, ma anzi essi servono per valorizzare il merito e rafforzare l'indipendenza del singolo magistrato. Mi permetto di aggiungere che un'eventuale vittoria del SI rafforzerà anche la posizione dell'Avvocatura, che ha il diritto di mantenere la propria dignità e la propria autonomia per potere difendere al meglio i diritti dei cittadini che si rivolgono alla Giustizia: se è vero che le sentenze le emettono i giudici, è anche vero che il loro contenuto è determinato dall'azione degli avvocati».
Alla domanda sul rischio di non raggiungere il quorum del 50% più uno - come noto condizione di validità del referendum - l'avvocato Campione ha risposto così: «il rischio c'è sempre anche perché i cittadini sono molto sfiduciati dalla politica e spesso rinunciano a fare sentire la loro voce, ma penso che con una corretta informazione da parte dei media delle ragioni di entrambe le parti il quorum sarà raggiunto. Come sempre ci rimetteremo alla volontà del popolo sovrano, anche se penso che gli elettori si siano pentiti di avere votato a favore della riduzione del numero dei parlamentari e che un certo populismo qualunquista sia oramai al tramonto. Invito tutti - operatori del diritto e comuni cittadini - al dibattito sui referendum per un voto consapevole. Noi faremo la nostra parte».
Referendum sulla giustizia, l'avvocato nisseno Antonio Campione referente provinciale per il "Sì"