Aveva montato alcune telecamere nella propria ditta per spiare gli operai al lavoro, tenerli d’occhio e vedere che cosa facevano. Operai che pagava 3,50 euro all’ora, senza riposi o ferie, costretti a lavorare 12 ore al giorno, sette su sette. Praticamente erano "schiavi": extracomunitari o clandestini che pur di guadagnare qualcosa per sopravvivere hanno subito il trattamento di lavoro costretti dal loro "stato di bisogno". In una sola parola: è caporalato. E’ solo una delle tante situazioni al limite scoperta, nel solo mese di maggio, nell’ambito della campagna "Alt caporalato", disposta dall’Ispettorato nazionale del lavoro, ed eseguita in una serie di controlli nei capannoni del distretto industriale pratese dal personale dell’Ispettorato territoriale di Prato-Pistoia, dai carabinieri del Nucleo ispettorato del Lavoro di Prato insieme ai colleghi della locale compagnia, da Inps e Inail. Il gruppo è entrato in numerose aziende della provincia pratese, soprattutto, ma non solo, del settore tessile-manufatturiero. In un solo mese sono state denunciate 40 persone, di cui 21 imprenditori, e identificati 25 lavoratori clandestini. In ben 17 aziende è stata sospesa l’attività. Gli ispettori hanno accertato un gran numero di violazioni, riguardo all’impiego in nero, quale manodopera, di numerosi cittadini extracomunitari clandestini, l’omessa applicazione di obblighi normativi in materia di sicurezza e formazione dei lavoratori, sorveglianza sanitaria, irregolarità in materia di normative antincendio e indebita installazione di impianti audiovisivi usati per controllare l’attività dei lavoratori. Si tratta, per lo più, di aziende gestite da orientali che hanno alle loro dipendenze extracomunitari, soprattutto cinesi e pakistani. Il caso più eclatante è quello di una imprenditrice cinese che è stata denunciata per "intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro", in quanto aveva alle proprie dipendenze 5 lavoratori extracomunitari. Gli operai erano sottoposti a condizioni di sfruttamento. L’imprenditrice aveva approfittato del loro stato di bisogno e di necessità, gli dava una retribuzione palesemente difforme rispetto a quanto previsto nel contratto collettivo nazionale del lavoro, aveva violato sistematicamente la normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale e alle ferie, obbligandoli a svolgere le loro mansioni in un ambiente di lavoro insalubre e insicuro, senza indumenti da lavoro adeguati e senza dispositivi di protezione individuale. In particolare, l’imprenditrice denunciata avrebbe costretto alcuni dipendenti a lavorare fino a 12 ore al giorno, per sette giorni alla settimana, a fronte di un corrispettivo di 3,5 euro per ogni ora di lavoro, senza possibilità di fruire ferie retribuite. In tutto sono state fatte sanzioni per oltre 450.000 euro. I carabinieri e l’Asl hanno inoltre controllato alcuni cantieri edili: due imprenditori sono stati denunciati. A uno è stato contestato l’impiego in nero di un clandestino. Il secondo è invece stato ritenuto responsabile di aver formato un falso contratto d’opera occasionale. L’attività è stata sospesa. Gli accertamenti andranno avanti per verificare ulteriori irregolarità.
Aveva montato alcune telecamere nella propria ditta per spiare gli operai al lavoro, tenerli d'occhio e vedere che cosa facevano. Operai che pagava 3,50 euro all'ora, senza riposi o ferie, costretti a lavorare 12 ore al giorno, sette su sette. Praticamente erano "schiavi": extracomunitari o clandestini che pur di guadagnare qualcosa per sopravvivere hanno subito il trattamento di lavoro costretti dal loro "stato di bisogno". In una sola parola: è caporalato. E' solo una delle tante situazioni al limite scoperta, nel solo mese di maggio, nell'ambito della campagna "Alt caporalato", disposta dall'Ispettorato nazionale del lavoro, ed eseguita in una serie di controlli nei capannoni del distretto industriale pratese dal personale dell'Ispettorato territoriale di Prato-Pistoia, dai carabinieri del Nucleo ispettorato del Lavoro di Prato insieme ai colleghi della locale compagnia, da Inps e Inail. Il gruppo è entrato in numerose aziende della provincia pratese, soprattutto, ma non solo, del settore tessile-manufatturiero.
In un solo mese sono state denunciate 40 persone, di cui 21 imprenditori, e identificati 25 lavoratori clandestini. In ben 17 aziende è stata sospesa l'attività. Gli ispettori hanno accertato un gran numero di violazioni, riguardo all'impiego in nero, quale manodopera, di numerosi cittadini extracomunitari clandestini, l'omessa applicazione di obblighi normativi in materia di sicurezza e formazione dei lavoratori, sorveglianza sanitaria, irregolarità in materia di normative antincendio e indebita installazione di impianti audiovisivi usati per controllare l'attività dei lavoratori. Si tratta, per lo più, di aziende gestite da orientali che hanno alle loro dipendenze extracomunitari, soprattutto cinesi e pakistani.
Il caso più eclatante è quello di una imprenditrice cinese che è stata denunciata per "intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro", in quanto aveva alle proprie dipendenze 5 lavoratori extracomunitari. Gli operai erano sottoposti a condizioni di sfruttamento. L'imprenditrice aveva approfittato del loro stato di bisogno e di necessità, gli dava una retribuzione palesemente difforme rispetto a quanto previsto nel contratto collettivo nazionale del lavoro, aveva violato sistematicamente la normativa relativa all'orario di lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale e alle ferie, obbligandoli a svolgere le loro mansioni in un ambiente di lavoro insalubre e insicuro, senza indumenti da lavoro adeguati e senza dispositivi di protezione individuale. In particolare, l'imprenditrice denunciata avrebbe costretto alcuni dipendenti a lavorare fino a 12 ore al giorno, per sette giorni alla settimana, a fronte di un corrispettivo di 3,5 euro per ogni ora di lavoro, senza possibilità di fruire ferie retribuite. In tutto sono state fatte sanzioni per oltre 450.000 euro. I carabinieri e l'Asl hanno inoltre controllato alcuni cantieri edili: due imprenditori sono stati denunciati. A uno è stato contestato l'impiego in nero di un clandestino. Il secondo è invece stato ritenuto responsabile di aver formato un falso contratto d'opera occasionale. L'attività è stata sospesa. Gli accertamenti andranno avanti per verificare ulteriori irregolarità.
Operai sfruttati e spiati: Turni massacranti e una paga di 3,50 euro, imprenditori denunciati