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Morsi e punture di insetti, dalle vespe alle zecche: ecco cosa fare e quando preoccuparsi
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Morsi e punture di insetti, dalle vespe alle zecche: ecco cosa fare e quando preoccuparsi

In genere, i disturbi che provocano migliorano, o scompaiono, in poche ore o giorni. Ma a volte non è così

Redazione
27 Agosto 2023 09:59

Vespe, calabroni, api, tafani, zecche, zanzare, pulci, pidocchi, acari, ragni e moscerini: i morsi e le punture di insetti non sono rari, anche se nella maggior parte dei casi non sono gravi. In genere, i disturbi che provocano migliorano, o scompaiono, in poche ore o giorni. Raramente, invece, le ferite possono infettarsi e causare reazioni allergiche che possono mettere in pericolo la vita, come accaduto a un bambino tedesco di 9 anni, morto per lo choc anafilattico causato dalla puntura di un calabrone, in provincia di Alessandria. Lo sottolinea l'Istituto Superiore di Sanità (Iss) in un approfondimento sul suo sito, in cui suggerisce come comportarsi dopo la puntura o il morso dell'insetto.

Rimuovere con attenzione il pungiglione e, in caso di morso di zecca, la zecca intera, usando pinzette a punta fine, successivamente lavare con acqua e sapone la zona in cui si è verificata la puntura d'insetto; applicare sulla ferita per almeno 10 minuti acqua fredda, fazzoletti bagnati in acqua fredda o ghiaccio per ridurre il gonfiore; evitare di grattare o sfregare la ferita e l'area attorno, anche se prude, per ridurre il rischio di infezione evitare di usare medicamenti "tradizionali" o "fatti in casa" quali aceto o bicarbonato di sodio; chiedere in farmacia o al proprio medico prodotti per ridurre il dolore, il prurito e il gonfiore: questi i consigli dell'Iss, che raccomanda di rivolgersi al medico se i sintomi non regrediscono o iniziano a peggiorare dopo 2-3 giorni, se l'area attorno al morso si espande e diventa gonfia o dolente, oppure mostra segni di infezione con pus, arrossamento o rigonfiamento.

E' invece necessario andare al pronto soccorso e rivolgersi al 118 se la persona morsa o punta ha disturbi che facciano pensare ad una reazione grave, quali difficoltà di respirazione, rigonfiamento della faccia, della bocca o della gola, nausea o vomito, aumento della frequenza del battito cardiaco (tachicardia), capogiri e senso di debolezza, difficoltà a ingoiare, perdita di coscienza. 

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