“Antonello Montante ha fatto presente che tutti i presidenti di Confindustria facevano richieste di informazioni a Diego Di Simone e poi lui faceva un resoconto sulla base di quello che aveva trovato ma la sua fonte di informazioni non la diceva a nessuno”. Lo ha detto l’avvocato Carlo Taormina, legale di Antonello Montante condannato in primo grado a 14 anni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. L’ex leader di Confindustria è stato interrogato oggi dinanzi alla corte d’Appello di Caltanissetta nell’ambito del processo che lo vede imputato insieme ad altre quattro persone. Il riferimento è a Diego Di Simone Perricone, ex capo della Security di Confindustria nazionale, anche lui imputato nel processo e condannato a sei anni e quattro mesi con l’accusa di avere passato, per oltre sette anni consecutivi, delle notizie riservate a Montante. Notizie, che secondo la ricostruzione dell’accusa, sarebbero state prese dallo SDI, il sistema informativo del Ministero dell’Interno e da altre banche dati, e che riguardavano le vicende personali e giudiziarie dei ‘nemici’ di Confindustria. “Loro potevano chiedere le informazioni a Di Simone – ha continuato Taormina – ma non sapevano poi quali fossero le modalità con cui lui acquisiva le notizie. Poi abbiamo saputo che era lo Sdi. Anche Alfonso Cicero (ex presidente dell’Irsap, teste chiave nel processo ndr) aveva la possibilità di chiedere informazioni, come ha riferito in passato lo stesso Di Simone. Ad alcuni accessi nello Sdi riguardanti informazioni su Iacuzzo, Di Vincenzo e Cortese corrispondevano poi cronologicamente delle denunce presentate da Alfonso Cicero”. "Al pari di quanto già preannunciato alle scorse udienze, anche all’esito di quella odierna Antonio Calogero Montante sarà denunciato all’autorita’ giudiziaria anche per le quantità “'industriali' di calunnie e menzogne e offese proferite ulteriormente oggi ai danni della mia persona", fa sapere Alfonso Cicero attraverso il legale Annalisa Petitto. E in tema di querele nel corso dell'udienza di oggi Montante ha dichiarato “Spero che le querele arrivino in tempi brevi così potrò smentire, documenti alla mano e non a chiacchiere, tutte le falsità dichiarate contro di me”. Montante alla fine di questa lunga giornata ha anche rilasciato una breve dichiarazione ai giornalisti. “Mi sono difeso affermando la verità. Basta dire la verità e uno è tranquillo. Credo ancora e sempre nella giustizia - ha sottolineato l'ex leader di Confindustria Sicilia - per cui io dico la verità poi per il resto che me ne frega. Se mi chiamano dalla commissione antimafia io sono sempre per le istituzioni e sempre disponibile a dare il mio contributo”
"Antonello Montante ha fatto presente che tutti i presidenti di Confindustria facevano richieste di informazioni a Diego Di Simone e poi lui faceva un resoconto sulla base di quello che aveva trovato ma la sua fonte di informazioni non la diceva a nessuno". Lo ha detto l'avvocato Carlo Taormina, legale di Antonello Montante condannato in primo grado a 14 anni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. L'ex leader di Confindustria è stato interrogato oggi dinanzi alla corte d'Appello di Caltanissetta nell'ambito del processo che lo vede imputato insieme ad altre quattro persone.
Il riferimento è a Diego Di Simone Perricone, ex capo della Security di Confindustria nazionale, anche lui imputato nel processo e condannato a sei anni e quattro mesi con l'accusa di avere passato, per oltre sette anni consecutivi, delle notizie riservate a Montante. Notizie, che secondo la ricostruzione dell'accusa, sarebbero state prese dallo SDI, il sistema informativo del Ministero dell'Interno e da altre banche dati, e che riguardavano le vicende personali e giudiziarie dei ?nemici' di Confindustria.
"Loro potevano chiedere le informazioni a Di Simone - ha continuato Taormina - ma non sapevano poi quali fossero le modalità con cui lui acquisiva le notizie. Poi abbiamo saputo che era lo Sdi. Anche Alfonso Cicero (ex presidente dell'Irsap, teste chiave nel processo ndr) aveva la possibilità di chiedere informazioni, come ha riferito in passato lo stesso Di Simone. Ad alcuni accessi nello Sdi riguardanti informazioni su Iacuzzo, Di Vincenzo e Cortese corrispondevano poi cronologicamente delle denunce presentate da Alfonso Cicero".
"Al pari di quanto già preannunciato alle scorse udienze, anche all'esito di quella odierna Antonio Calogero Montante sarà denunciato all'autorita' giudiziaria anche per le quantità "'industriali' di calunnie e menzogne e offese proferite ulteriormente oggi ai danni della mia persona", fa sapere Alfonso Cicero attraverso il legale Annalisa Petitto. E in tema di querele nel corso dell'udienza di oggi Montante ha dichiarato "Spero che le querele arrivino in tempi brevi così potrò smentire, documenti alla mano e non a chiacchiere, tutte le falsità dichiarate contro di me".
Montante alla fine di questa lunga giornata ha anche rilasciato una breve dichiarazione ai giornalisti. "Mi sono difeso affermando la verità. Basta dire la verità e uno è tranquillo. Credo ancora e sempre nella giustizia - ha sottolineato l'ex leader di Confindustria Sicilia - per cui io dico la verità poi per il resto che me ne frega. Se mi chiamano dalla commissione antimafia io sono sempre per le istituzioni e sempre disponibile a dare il mio contributo"
Montante: "Tutti i presidenti di Confindustria facevano richieste di informazioni a Di Simone"