Si era invaghito di quella donna. Credeva che fosse una cosa seria, di aver davvero intrecciato una relazione sentimentale importante. Non immaginava che dietro il copione ’interpretato’ dalla 48enne si nascondesse una truffa. L’obiettivo erano solo i suoi soldi. L’uomo, un valdelsano di 59 anni, dalla finta metà del cielo e dal marito (ora ex) di quest’ultima veniva considerato come una sorta di bancomat. Ne è convinta la procura che ha chiesto ed ottenuto dal gup Chiara Minerva il rinvio a giudizio per la coppia residente in provincia di Firenze. Accusata di due tentate estorsioni e appunto di truffa nei confronti dell’uomo che adesso ha un amministratore di sostegno, costituito parte civile attraverso l’avvocato Manfredi Biotti. Era stata una parente, allertata da un commercialista, ad accorgersi della cifra importante che mancava dalle risorse del 59enne, facendo scattare la segnalazione alle forze dell’ordine. E dunque un’inchiesta condotta dalla polizia. Era emersa la rete tessuta dalla donna che lo aveva ammaliato. Stando agli investigatori – tutto sarà poi appurato nel processo che inizierà a luglio – la truffatrice aveva raccontato al valdelsano una storia strappalacrime. Di quelle che toccano il cuore delle persone sensibili, ancora di più se innamorate. Il nome che usava quando lo frequentava non era quello risultante all’anagrafe ma di fantasia. Sarebbe stata separata dal marito, sosteneva, con un figlio di cui occuparsi nonostante non avesse i mezzi necessari. In realtà il coniuge, anch’esso a giudizio, sarebbe stato d’accordo con la moglie. Ignaro, il valdelsano non aveva saputo dire ’no’ di fronte alla disperazione della persona di cui era ’preso’, cominciando a darle denaro in contanti ma anche ad effettuare ricariche su due card. Fino a privarsi di oltre 50mila euro, com’è poi stato ricostruito dagli investigatori coordinati dal pm Silvia Benetti. Per il 59enne quel rapporto era molto importante. Ben presto, però, era emersa l’altra faccia della medaglia. Tanto che la ex coppia è accusata anche di due tentate estorsioni in cui si paventava una sorta di ricatto a luci rosse. Perché il 59enne e la donna avevano avuto una relazione sessuale e lei prometteva di svelare particolari dei rapporti se non le avesse consegnato circa 4mila euro.Minacciava di informare dei retroscena sessuali l’ambiente sportivo presso cui l’uomo svolgeva una piccola attività. Ma l’estorsione non era andata a buon fine. Aveva fatto un buco nell’acqua anche l’ex marito della donna quando aveva provato a farsi dare poche centinaia di euro dietro lo spauracchio di rivelare agli amici più cari dettagli della relazione avuta con quella che si sarebbe rivelata poi una truffatrice. Il 59enne non c’era stato, rivolgendosi alle forze dell’ordine facendo scattare accertamenti sulle card per verificare i movimenti che hanno portato al rinvio a giudizio. (di Laura Valdesi, La Nazione)
Si era invaghito di quella donna. Credeva che fosse una cosa seria, di aver davvero intrecciato una relazione sentimentale importante. Non immaginava che dietro il copione 'interpretato' dalla 48enne si nascondesse una truffa. L'obiettivo erano solo i suoi soldi. L'uomo, un valdelsano di 59 anni, dalla finta metà del cielo e dal marito (ora ex) di quest'ultima veniva considerato come una sorta di bancomat. Ne è convinta la procura che ha chiesto ed ottenuto dal gup Chiara Minerva il rinvio a giudizio per la coppia residente in provincia di Firenze. Accusata di due tentate estorsioni e appunto di truffa nei confronti dell'uomo che adesso ha un amministratore di sostegno, costituito parte civile attraverso l'avvocato Manfredi Biotti.
Era stata una parente, allertata da un commercialista, ad accorgersi della cifra importante che mancava dalle risorse del 59enne, facendo scattare la segnalazione alle forze dell'ordine. E dunque un'inchiesta condotta dalla polizia. Era emersa la rete tessuta dalla donna che lo aveva ammaliato. Stando agli investigatori - tutto sarà poi appurato nel processo che inizierà a luglio - la truffatrice aveva raccontato al valdelsano una storia strappalacrime. Di quelle che toccano il cuore delle persone sensibili, ancora di più se innamorate. Il nome che usava quando lo frequentava non era quello risultante all'anagrafe ma di fantasia. Sarebbe stata separata dal marito, sosteneva, con un figlio di cui occuparsi nonostante non avesse i mezzi necessari. In realtà il coniuge, anch'esso a giudizio, sarebbe stato d'accordo con la moglie. Ignaro, il valdelsano non aveva saputo dire 'no' di fronte alla disperazione della persona di cui era 'preso', cominciando a darle denaro in contanti ma anche ad effettuare ricariche su due card. Fino a privarsi di oltre 50mila euro, com'è poi stato ricostruito dagli investigatori coordinati dal pm Silvia Benetti. Per il 59enne quel rapporto era molto importante.
Ben presto, però, era emersa l'altra faccia della medaglia. Tanto che la ex coppia è accusata anche di due tentate estorsioni in cui si paventava una sorta di ricatto a luci rosse. Perché il 59enne e la donna avevano avuto una relazione sessuale e lei prometteva di svelare particolari dei rapporti se non le avesse consegnato circa 4mila euro.Minacciava di informare dei retroscena sessuali l'ambiente sportivo presso cui l'uomo svolgeva una piccola attività. Ma l'estorsione non era andata a buon fine. Aveva fatto un buco nell'acqua anche l'ex marito della donna quando aveva provato a farsi dare poche centinaia di euro dietro lo spauracchio di rivelare agli amici più cari dettagli della relazione avuta con quella che si sarebbe rivelata poi una truffatrice. Il 59enne non c'era stato, rivolgendosi alle forze dell'ordine facendo scattare accertamenti sulle card per verificare i movimenti che hanno portato al rinvio a giudizio. (di Laura Valdesi, La Nazione)
La truffa e la tentata estorsione nei confronti dell'amoroso: a processo due persone