La cooperativa Etnos di Caltanissetta vittima della burocrazia tra mancati pagamenti da parte della pubblica amministrazione e notifiche dell'agenzia delle entrate

La Cooperativa Sociale Etnos svolge servizi di pubblica utilità nell’accoglienza e protezione di donne e di minori vittime di violenze, impiegando oltre 120 lavoratori all’interno della propria compagine organizzativa

"Siamo pronti ad andare avanti con azioni eclatanti per dire 'Basta' a un sistema burocratico che ci sta umiliando come persone e come professionisti". Questo, il grido d'aiuto dei dipendenti di Etnos, cooperativa sociale di Caltanissetta ormai "allo stremo delle forze - si legge nella nota inviata - a causa di un sistema che guarda ma non vuole vedere". "La Cooperativa Sociale Etnos - spiega il presidente della cooperativa Fabio Ruvolo - è in attesa, da parte della pubblica amministrazione, di un credito pari a 1 milione di euro. Eppure il 19 marzo 2022 è arrivata la notifica di una cartella esattoriale dell'importo di circa 123mila euro. Tempestivamente abbiamo richiesto, mediante pec, all'agenzia delle entrate Riscossione Sicilia, la possibilità di rateizzare. Il 22 aprile 2022 si è proceduto all'invio della pec ufficiale. Essendo urgente il bisogno di ricevere risposta sull'esito,  poiché è necessario regolarizzare il Durc, indispensabile per sbloccare le somme utili al pagamento dei servizi sociali, sono stati inviati oltre sei solleciti per ottenere risposta alla richiesta, legittima, di rateizzazione. Le sollecitazioni non hanno ricevuto risposta, e il  silenzio amministrativo, dopo trenta giorni d'attesa, è diventato motivo d'inquietudine. Sono stati chiamati tutti gli uffici dell'Agenzia per acquisire informazioni su dove fosse istruita la pratica; ma il telefono squillava a vuoto". 
La Cooperativa Sociale Etnos svolge servizi di pubblica utilità nell’accoglienza e protezione di donne e di minori vittime di violenze, impiegando oltre 120 lavoratori all’interno della propria compagine organizzativa. "Come poter gestire - continua Ruvolo - una tale complessa organizzazione se non entrano le legittime somme di denaro per il delicato lavoro sociale che si svolge al suo interno? Si procede, allora, a richiedere anticipi bancari e sbloccare i fondi di riserva straordinari. E il 6 giugno si procede al pagamento dell’intero debito con gli interessi di mora per un importo superiore a 125mila euro. Il pagamento è avvenuto tramite piattaforma PagoPA e la procedura si è conclusa a buon fine con l’immediata ricevuta di pagamento liberatoria che vale come quietanza secondo le disposizioni di legge. È festa in Etnos. Successivamente si chiede ai Comuni inadempienti di pagare, senza sapere che la beffa sarebbe arrivata di lì a poco. Infatti, dopo circa sette giorni dal pagamento, ci si accorge che, nonostante la procedura sia andata a buon fine, la Pubblica Amministrazione non ha prelevato il denaro che, dunque, resta nella piena disponibilità della cooperativa. Quindi la procedura si è perfezionata con la quietanza, ma di fatto il prelievo non è stato completato. Allarmati da questa vicenda, i cui effetti non sono attribuibili a una condotta della cooperativa sociale Etnos,è stata informata immediatamente la banca e si è richiesto il congelamento delle somme per l’intero importo, in attesa di avere risposta anche su questa incredibile situazione. Si è proceduto anche a ripetere il pagamento,  ma risulta impossibile perché compare in lavorazione e pertanto non è consentito il rinnovo del pagamento. Nel frattempo, il 17 giugno e il 23 giugno 2022, l’Agenzia delle entrate Riscossione Sicilia notifica per pec il pignoramento delle somme a garanzia da parte di due Comuni. Sicuramente procederà a tale azione di recupero sugli altri Comuni che pagheranno le prestazioni erogate. A questo punto la cooperativa non può più sostenere i costi correnti di gestione delle attività di accoglienza e pagare gli stipendi agli operatori".
"Siamo davvero disperati - dicono i lavoratori di Etnos - e nel silenzio più assoluto delle Istituzioni a cui ci siamo rivolti per sostenere la nostra battaglia sociale. Siamo davvero allo stremo delle energie e non comprendiamo perché dobbiamo morire per colpa di un sistema assassino e distruttivo. Chiediamo la massima diffusione di questo nostro grido di aiuto perché possa farsi chiarezza e individuare i responsabili diretti e indiretti di questo infernale sistema fiscale".

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