Il questore Ricifari saluta Caltanissetta con il lungo applauso dei suoi poliziotti: un vero capo ma dotato di genuinità e schiettezza
Ricifari, tra le sue passeggiate in giro per la città con l’immancabile cane Melo e la vicinanza al mondo delle associazioni e dei più deboli, in questi due anni e mezzo ha fatto sentire forte la sua presenza in città
Si è conclusa con un lungo applauso da parte dei suoi poliziotti l’esperienza nissena del questore Emanuele Ricifari. Ieri, ultimo giorno alla questura di Caltanissetta, prima di prendere servizio questa mattina ad Agrigento, Ricifari ha voluto salutarli nella sala Loi dove ha ringraziato tutti coloro che gli sono stati a fianco. Una targa ma anche i gadget della Juventus, la sua squadra del cuore, per lui che ha saputo essere un vero capo ma anche un uomo dotato di grande genuinità e schiettezza. Ricifari, tra le sue passeggiate in giro per la città con l’immancabile cane Melo e la vicinanza al mondo delle associazioni e dei più deboli, in questi due anni e mezzo ha fatto sentire forte la sua presenza in città come mai forse nessuno aveva fatto prima ad ora. Ma quando è stato necessario ha saputo anche mantenere il pugno fermo trasferendo ai cittadini grande senso di sicurezza. Non è mai mancata la vicinanza ai suoi uomini e spesso pubblicamente si è complimentato per le operazioni di polizia che descriveva con grande orgoglio. E ieri mattina, prima del saluto ai dipendenti ha fatto il punto con i giornalisti. “Del trasferimento – ha detto - ho avuto notizia la scorsa settimana quando sono stato convocato a Roma e parlando prima con il capo della polizia e poi con il ministro dell’Interno. Non mi era stata data una data precisa ma credevo sarebbe avvenuto dopo Pasqua. Come mi ha detto il capo in questo momento il territorio di Agrigento è nell’occhio del ciclone soprattutto per Lampedusa, per la pubblica sicurezza e la gestione del fenomeno migratorio, assieme alle altre istituzioni dello Stato che gestiscono con noi il fenomeno. Mi piacciono le sfide per cui sì sono contento e ringrazio anche la mia amministrazione e il capo della polizia in particolare per avermi dato questo attestato di fiducia. A Caltanissetta mi sono trovato bene e devo dire meglio di quanto non mi aspettassi. Mi aspettavo di trovarmi bene perché, dopo tanti anni, da Siciliano tornavo in Sicilia ma non pensavo di trovarmi così tanto bene. Ho ringraziato il personale che mi ha collaborato e tutte le forze dell’ordine ma soprattutto i miei poliziotti dei quali sono capo diretto”. Su ciò che gli è piaciuto di più di Caltanissetta e dei nisseni non ha dubbi. “La resilienza di questa città e di questa provincia è l’aspetto che mi ha colpito di più. Nonostante la situazione non florida economicamente – ha continuato - nonostante l’ingeneroso 105° posto tra le province, umanamente e lavorativamente sono stato meglio che in altre realtà. Ci sono stati anche problemi che non ho mai taciuto, ma penso che con il lavoro fatto una smussata ai problemi di pubblica sicurezza e la prevenzione, si sia fatto tanto e abbiamo anche portato Caltanissetta sotto la voce giustizia e sicurezza nella prima parte della graduatoria. La struttura polizia di stato e la struttura Stato che troverà a Caltanissetta il mio successore sarà una struttura che lo metterà nelle condizioni di far bene e migliorare il lavoro fin qui svolto. Un grazie particolare lo rivolgo alle associazioni e al terzo settore e tra questi due realtà che ci sono state vicine in ogni emergenza, Casa Rosetta ed Etnos. Resterà vicario reggente in sede vacante il dottore Gaspare Calafiore, che è il mio vicaro e le mani sono già salde e ottime. Se c’è una persona che devo ringraziare in questura devo ringraziare lui in particolare. Mi auguro che colga al più presto il traguardo di carriera e di raggiungermi nel grado”. Rita Cinardi
Si è conclusa con un lungo applauso da parte dei suoi poliziotti l'esperienza nissena del questore Emanuele Ricifari. Ieri, ultimo giorno alla questura di Caltanissetta, prima di prendere servizio questa mattina ad Agrigento, Ricifari ha voluto salutarli nella sala Loi dove ha ringraziato tutti coloro che gli sono stati a fianco. Una targa ma anche i gadget della Juventus, la sua squadra del cuore, per lui che ha saputo essere un vero capo ma anche un uomo dotato di grande genuinità e schiettezza. Ricifari, tra le sue passeggiate in giro per la città con l'immancabile cane Melo e la vicinanza al mondo delle associazioni e dei più deboli, in questi due anni e mezzo ha fatto sentire forte la sua presenza in città come mai forse nessuno aveva fatto prima ad ora.
Ma quando è stato necessario ha saputo anche mantenere il pugno fermo trasferendo ai cittadini grande senso di sicurezza. Non è mai mancata la vicinanza ai suoi uomini e spesso pubblicamente si è complimentato per le operazioni di polizia che descriveva con grande orgoglio. E ieri mattina, prima del saluto ai dipendenti ha fatto il punto con i giornalisti. "Del trasferimento - ha detto - ho avuto notizia la scorsa settimana quando sono stato convocato a Roma e parlando prima con il capo della polizia e poi con il ministro dell'Interno. Non mi era stata data una data precisa ma credevo sarebbe avvenuto dopo Pasqua. Come mi ha detto il capo in questo momento il territorio di Agrigento è nell'occhio del ciclone soprattutto per Lampedusa, per la pubblica sicurezza e la gestione del fenomeno migratorio, assieme alle altre istituzioni dello Stato che gestiscono con noi il fenomeno.
Mi piacciono le sfide per cui sì sono contento e ringrazio anche la mia amministrazione e il capo della polizia in particolare per avermi dato questo attestato di fiducia. A Caltanissetta mi sono trovato bene e devo dire meglio di quanto non mi aspettassi. Mi aspettavo di trovarmi bene perché, dopo tanti anni, da Siciliano tornavo in Sicilia ma non pensavo di trovarmi così tanto bene. Ho ringraziato il personale che mi ha collaborato e tutte le forze dell'ordine ma soprattutto i miei poliziotti dei quali sono capo diretto". Su ciò che gli è piaciuto di più di Caltanissetta e dei nisseni non ha dubbi. "La resilienza di questa città e di questa provincia è l'aspetto che mi ha colpito di più. Nonostante la situazione non florida economicamente - ha continuato - nonostante l'ingeneroso 105° posto tra le province, umanamente e lavorativamente sono stato meglio che in altre realtà. Ci sono stati anche problemi che non ho mai taciuto, ma penso che con il lavoro fatto una smussata ai problemi di pubblica sicurezza e la prevenzione, si sia fatto tanto e abbiamo anche portato Caltanissetta sotto la voce giustizia e sicurezza nella prima parte della graduatoria. La struttura polizia di stato e la struttura Stato che troverà a Caltanissetta il mio successore sarà una struttura che lo metterà nelle condizioni di far bene e migliorare il lavoro fin qui svolto. Un grazie particolare lo rivolgo alle associazioni e al terzo settore e tra questi due realtà che ci sono state vicine in ogni emergenza, Casa Rosetta ed Etnos. Resterà vicario reggente in sede vacante il dottore Gaspare Calafiore, che è il mio vicaro e le mani sono già salde e ottime. Se c'è una persona che devo ringraziare in questura devo ringraziare lui in particolare. Mi auguro che colga al più presto il traguardo di carriera e di raggiungermi nel grado". Rita Cinardi
Il questore Ricifari saluta Caltanissetta con il lungo applauso dei suoi poliziotti: un vero capo ma dotato di genuinità e schiettezza