E’ partito da alcuni soci lavoratori l’esposto che ha portato al sequestro di due fabbricati della società di rifiuti di San Cataldo, la Sicula Ciclat, e all’esecuzione di 6 misure cautelari nei confronti di altrettanti componenti del consiglio di amministrazione. Erano stati proprio i soci infatti a riscontrare delle anomalie, visto che il consiglio direttivo da tempo non pubblicava più alcuna delibera. Il resto lo ha fatto l’acume investigativo e la professionalità dei finanzieri del comando provinciale di Caltanissetta i quali hanno scoperto che ci si trovava davanti al presunto caso di bancarotta fraudolenta. L’operazione ha portato al sequestro dei fabbricati della vecchia cooperativa, la Sicula Ciclat, società pioniera nel Nisseno nella raccolta differenziata, che aveva un debito tributario pari a quasi 4 milioni di euro. La società aveva chiesto di avviare il processo di liquidazione con la Procura che è stato rigettato perché non c’erano le condizioni, stante il debito tributario. Successivamente, sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, il Consiglio di amministrazione della Sicula Ciclat, al posto di predisporre dei piani di risanamento della vecchia società, che era ormai in una situazione prefallimentare, avrebbe distratto sistematicamente tutti i beni della vecchia riversandoli nella nuova società Coop Service. Di fatto i beni strumentali che avevano un valore rilevante sono stati riversati nella nuova a un prezzo risibile. La nuova, acquisendo questi beni a un prezzo irrisorio, ha avuto una grossa patrimonializzazione che sarebbe risultata utile sia dal punto di vista finanziario che per quanto riguarda la partecipazione a eventuali bandi comunali per la raccolta dei rifiuti. Di fatto però i componenti del nuovo consiglio di amministrazione della coop service sono sempre riconducibili ai vecchi e questo ha fatto insospettire gli investigatori. Oltre ai 3 milioni sequestrati in via cautelare sono state sequestrate altre 682 mila euro sui conti correnti degli amministratori in via cautelare, presumibilmente proventi della distrazione dei beni. La nuova cooperativa, Coop Service, attualmente gestisce affidamenti in materia di raccolta differenziata da diversi comuni tra cui anche Caltanissetta. Di fatto si occupa della lavorazione e imballaggio dei rifiuti dopo che sono stati raccolti. Gli avvocati Raffaele Palermo e Antonino Falzone stanno predisponendo il ricorso al tribunale del riesame.
E' partito da alcuni soci lavoratori l'esposto che ha portato al sequestro di due fabbricati della società di rifiuti di San Cataldo, la Sicula Ciclat, e all'esecuzione di 6 misure cautelari nei confronti di altrettanti componenti del consiglio di amministrazione. Erano stati proprio i soci infatti a riscontrare delle anomalie, visto che il consiglio direttivo da tempo non pubblicava più alcuna delibera. Il resto lo ha fatto l'acume investigativo e la professionalità dei finanzieri del comando provinciale di Caltanissetta i quali hanno scoperto che ci si trovava davanti al presunto caso di bancarotta fraudolenta. L'operazione ha portato al sequestro dei fabbricati della vecchia cooperativa, la Sicula Ciclat, società pioniera nel Nisseno nella raccolta differenziata, che aveva un debito tributario pari a quasi 4 milioni di euro. La società aveva chiesto di avviare il processo di liquidazione con la Procura che è stato rigettato perché non c'erano le condizioni, stante il debito tributario. Successivamente, sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, il Consiglio di amministrazione della Sicula Ciclat, al posto di predisporre dei piani di risanamento della vecchia società, che era ormai in una situazione prefallimentare, avrebbe distratto sistematicamente tutti i beni della vecchia riversandoli nella nuova società Coop Service. Di fatto i beni strumentali che avevano un valore rilevante sono stati riversati nella nuova a un prezzo risibile. La nuova, acquisendo questi beni a un prezzo irrisorio, ha avuto una grossa patrimonializzazione che sarebbe risultata utile sia dal punto di vista finanziario che per quanto riguarda la partecipazione a eventuali bandi comunali per la raccolta dei rifiuti. Di fatto però i componenti del nuovo consiglio di amministrazione della coop service sono sempre riconducibili ai vecchi e questo ha fatto insospettire gli investigatori. Oltre ai 3 milioni sequestrati in via cautelare sono state sequestrate altre 682 mila euro sui conti correnti degli amministratori in via cautelare, presumibilmente proventi della distrazione dei beni. La nuova cooperativa, Coop Service, attualmente gestisce affidamenti in materia di raccolta differenziata da diversi comuni tra cui anche Caltanissetta. Di fatto si occupa della lavorazione e imballaggio dei rifiuti dopo che sono stati raccolti. Gli avvocati Raffaele Palermo e Antonino Falzone stanno predisponendo il ricorso al tribunale del riesame.
Gdf Caltanissetta, ecco come sono partite le indagini sulle società di rifiuti sancataldesi