Se per la difesa il crollo di quell’ala della scuola è da imputare a una carenza strutturale non segnalata dal progettista, per il Comune così non è. O, almeno, non sarebbe stata la sola causa. Versioni contro, quelle emerse dalle conclusioni a cui sono approdati gli esperti nominati dalla parte civile e dalla difesa al processo per il cedimento di una parte della scuola «Verga» di Serradifalco avvenuto undici anni addietro. Così nel processo d’appello a carico dell’impresario che si è aggiudicato l’appalto, Franz Di Bella, il sessantacinquenne di Milena, Pietro Garrasi direttore dei lavori dei lavori, Nunzio Anicito responsabile del cantiere e il coordinatore della sicurezza Gaetano Cordaro (assistiti dagli avvocati Giuseppe Dacquì, Sergio Ziccone, Felice Giuffrè e Tommaso Tamburino) condannati a due anni ciascuno al termine del primo grado, oltre al pagamento di una provvisionale di 100 mila euro, per violazioni e mancato rispetto delle norme di sicurezza. Nei loro confronti il Comune di Serradifalco (assistito dall’avvocato Antonio Campione) si è costituito parte civile. E proprio il consulente della parte civile ha messo in discussione la tesi degli esperti della difesa, secondo i quali - passando per una ricostruzione matematica - il crollo è da imputare al mancato ammorsamento di una parete, peraltro nascosto da un muro, e che il progettista non avrebbe mai segnalato. Secondo l’esperto nominato dal Comune, invece quella sarebbe stata una concausa, ma non la sola. Tutto è legato a quella mattina di paura vissuta il 10 gennaio 2011 quando una parte dell’istituto, in quel momento interessata da lavori, è venuta giù. Con il timore, nei primi istanti, che potesse essersi trattato di una tragedia. Perché nel resto dell’edificio i bimbi erano in classe, a lezione. E gli operai sono riusciti a mettersi in salvo pochi istanti prima. (Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia.it)
Se per la difesa il crollo di quell'ala della scuola è da imputare a una carenza strutturale non segnalata dal progettista, per il Comune così non è. O, almeno, non sarebbe stata la sola causa. Versioni contro, quelle emerse dalle conclusioni a cui sono approdati gli esperti nominati dalla parte civile e dalla difesa al processo per il cedimento di una parte della scuola «Verga» di Serradifalco avvenuto undici anni addietro. Così nel processo d'appello a carico dell'impresario che si è aggiudicato l'appalto, Franz Di Bella, il sessantacinquenne di Milena, Pietro Garrasi direttore dei lavori dei lavori, Nunzio Anicito responsabile del cantiere e il coordinatore della sicurezza Gaetano Cordaro (assistiti dagli avvocati Giuseppe Dacquì, Sergio Ziccone, Felice Giuffrè e Tommaso Tamburino) condannati a due anni ciascuno al termine del primo grado, oltre al pagamento di una provvisionale di 100 mila euro, per violazioni e mancato rispetto delle norme di sicurezza.
Nei loro confronti il Comune di Serradifalco (assistito dall'avvocato Antonio Campione) si è costituito parte civile. E proprio il consulente della parte civile ha messo in discussione la tesi degli esperti della difesa, secondo i quali - passando per una ricostruzione matematica - il crollo è da imputare al mancato ammorsamento di una parete, peraltro nascosto da un muro, e che il progettista non avrebbe mai segnalato. Secondo l'esperto nominato dal Comune, invece quella sarebbe stata una concausa, ma non la sola. Tutto è legato a quella mattina di paura vissuta il 10 gennaio 2011 quando una parte dell'istituto, in quel momento interessata da lavori, è venuta giù. Con il timore, nei primi istanti, che potesse essersi trattato di una tragedia. Perché nel resto dell'edificio i bimbi erano in classe, a lezione. E gli operai sono riusciti a mettersi in salvo pochi istanti prima. (Vincenzo Falci, Giornale di Sicilia.it)
Crollo all'interno della scuola "Verga" di Serradifalco: in aula è scontro tra esperti sulle cause