Consorzio universitario di Caltanissetta, Gela contraria all’ingresso di Eni: "Taglia posti di lavoro, benefici ad altri territori"
Il governatore Rosario Crocetta annuncia la possibile partecipazione dell’Eni al Consorzio universitario nisseno, che rischia di chiudere per mancanza...
Redazione
15 Gennaio 2016 09:40
Il governatore Rosario Crocetta annuncia la possibile partecipazione dell’Eni al Consorzio universitario nisseno, che rischia di chiudere per mancanza di fondi, ed esplode una nuova guerra di campanile tra Gela e Caltanissetta. “A Gela - scrivono in un comunicato le 20 associazioni aderenti al comitato Csag - l’Eni chiude la raffineria, lascia inquinamento, malattie da industrializzazione e taglia posti di lavoro, mentre i soldi del protocollo d’intesa vanno a Caltanissetta”.
Ad innescare la polemica è il Coordinamento per lo sviluppo dell’area gelese e per il Libero consorzio di comuni con Gela capofila, che, nell’ambito della riforma regionale delle Province, si è battuto per staccarsi dal Nisseno fino a sancire l’adesione di Gela alla città metropolitana di Catania, insieme con Niscemi e Piazza Armerina.
Il comitato in una nota denuncia che “Gela è una città poco presa in considerazione dalla Regione e dallo Stato, e nonostante in alcuni campi usufruisca di leggi speciali, i benefici vanno ad altri territori senza requisiti. Ècosì per la sanità, per le infrastrutture, per i servizi”. Propone perciò l’istituzione a Gela di “master e stage inerenti la Green economy con la collaborazione dell’Eni; di un dipartimento oncologico di terzo livello; di un centro ricerche su malattie dell’industrializzazione”.
Il governatore Rosario Crocetta annuncia la possibile partecipazione dell’Eni al Consorzio universitario nisseno, che rischia di chiudere per mancanza di fondi, ed esplode una nuova guerra di campanile tra Gela e Caltanissetta. “A Gela - scrivono in un comunicato le 20 associazioni aderenti al comitato Csag - l’Eni chiude la raffineria, lascia inquinamento, malattie da industrializzazione e taglia posti di lavoro, mentre i soldi del protocollo d’intesa vanno a Caltanissetta”.
Ad innescare la polemica è il Coordinamento per lo sviluppo dell’area gelese e per il Libero consorzio di comuni con Gela capofila, che, nell’ambito della riforma regionale delle Province, si è battuto per staccarsi dal Nisseno fino a sancire l’adesione di Gela alla città metropolitana di Catania, insieme con Niscemi e Piazza Armerina.
Il comitato in una nota denuncia che “Gela è una città poco presa in considerazione dalla Regione e dallo Stato, e nonostante in alcuni campi usufruisca di leggi speciali, i benefici vanno ad altri territori senza requisiti. Ècosì per la sanità, per le infrastrutture, per i servizi”. Propone perciò l’istituzione a Gela di “master e stage inerenti la Green economy con la collaborazione dell’Eni; di un dipartimento oncologico di terzo livello; di un centro ricerche su malattie dell’industrializzazione”.
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Consorzio universitario di Caltanissetta, Gela contraria all’ingresso di Eni: "Taglia posti di lavoro, benefici ad altri territori"