In un tempo in cui ogni situazione sanitaria sul territorio nazionale sembra essere fallimentare e manchevole nel servizio nella risoluzione di questioni più o meno gravi, scrivo con grande senso di gratitudine e ringraziamento questa lettera, affinché si riconosca il plauso e il pregevole funzionamento sanitario del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Sant’Elia della nostra città di Caltanissetta. Racconterò i fatti perché davvero mi sono ritrovata a vivere, direttamente, una situazione legata alla salute di mia madre il cui epilogo avrebbe potuto essere nefasto e triste. Ma non è stato così. Ecco i fatti. Nella notte tra il 10 e l’11 marzo mia madre accusa un disturbo legato a nausea e conati di vomito improvvisi, seguiti da affanno e difficoltà respiratoria che mi hanno costretta a chiamare il 118 perché l’improvviso disturbo alla respirazione si è presentato da subito preoccupante. Gli operatori del 118 hanno constatato un’insufficienza respiratoria, così raggiungiamo l’ospedale nel cuore della notte, all’improvviso e senza alcuna avvisaglia precedente a questo fatto. Mia madre è una donna dalla tempra forte, è del 1928, è cardiopatica e soffre di ipertensione, nei primi giorni di marzo aveva fatto privatamente una visita cardiologica ed esami ematici che nei valori generali presentavano un quadro buono della sua salute, solo il valore della ferritina era basso, la Ves e qualche altro piccolo valore che non ricordo nel momento in cui scrivo. Al pronto soccorso hanno ordinato una Tac torace eseguita alle prime ore del mattino, nell’attesa, con mio enorme stupore, constato che tutti svolgono un servizio attento e premuroso per tutte le necessità di emergenza, che tutto “l’inferno” che alcuni giornalisti decantano della nostra struttura ospedaliera, ha anche un un’altra faccia della medaglia. Ci sono persone che lavorano tanto e bene, con gentilezza e premura, che ti donano un sorriso se vedono preoccupazione sul volto di chi è in attesa di un esito o visita che si svolgerà di lì a poco. Non ho constatato “quelle situazioni assurde” descritte, ho ricevuto un’assistenza completa e paziente. Arrivato l’esito chiamano il nome di mia madre, mi avvicino, e sento che il medico designa un posto a mia madre nel reparto di Malattie Infettive. Io non capivo il motivo, ho subito pensato a una mancanza di posto, ma questo pensiero “leggero” cede il posto a un verdetto amaro e sorprendente: alla richiesta del motivo di tale ricovero il medico mi comunica che mia madre ha una polmonite dal quadro devastante e grave. Per un momento mi è parso ci fosse stato un errore. Mia madre non aveva avuto nulla, non una febbre, non un malessere, la polmonite infatti (mi verrà detto subito dopo) è asintomatica, grave e per di più acuta nella situazione della diagnosi fatta. Il tampone al covid era negativo ma il quadro di salute di mia madre gravissimo. Giunti in reparto gli infermieri sono stati gentilissimi e anche il medico che si è subito preoccupato di trascrivere con attenzione tutti i dati di mia madre e i farmaci che giornalmente doveva prendere. Ma la situazione non era buona. Per scrupolo hanno ripetuto il tampone molecolare, l’esito è stato n negativo e così sono partite subito le cure. Mamma non era né un numero di letto né un’anziana signora “che già ha ben vissuto i suoi anni di vita” e che poteva lasciarci tutti noi suoi familiari...no! Ho avuto subito la percezione che tutti si sarebbero mossi per una cura vincente a una polmonite devastante. Tutti i medici, dico tutti i medici, hanno subito cominciato le cure. L’ossigeno per quanto alto non garantiva valori di emogas decenti, e allora si è passati agli “alti flussi di ossigeno”. Sono stati giorni tremendi. Ma vedevamo il miglioramento. Tutti i medici hanno avuto modi eccellenti nel comunicare gli aggiornamenti sullo stato di salute di mamma, e gli infermieri pazienti oltre ogni limite. E’ cominciato anche il cortisone e con lui la stanchezza perché stare in ospedale per mia madre non è cosa semplice, c’è sempre stata poco e solo per situazioni di malattia “pesanti” in passato. Gli infermieri sono una squadra formidabile e così i medici, compatti tra loro formano una formidabile equipe senza gelosie, scontri o pareri discordanti tra loro. Una squadra forte che mi ha subito fatto sperare bene, per quanto la situazione fosse difficile, oggi hanno dimesso mia madre. La polmonite sono riusciti a curarla, dovrà tenere l’ossigeno tutto il giorno ma è viva. Per quanto la sua età è ormai quasi al tramonto della sua vita, scrivo questa lettera per ringraziare tutte le persone che lavorano in questo reparto, perché hanno avuto rispetto di una vita, quella di mia madre, che non si sono risparmiati in nulla, che hanno informato me e mia sorella sempre con attenzione e chiarezza. Grazie di cuore perché mantenete tutti alta la qualità di una realtà ospedaliera spesso “attaccata” anche ingiustamente da notizie eclatanti che seguono solo la negatività del chiasso e “stampa scritta” che non si cura di raccontare i successi silenziosi. Grazie ancora, spero tanto che possiate vivere quelle soddisfazioni personali che vi meritate e i dovuti riconoscimenti professionali che vi renderanno persone fiere del vostro delicato lavoro, di persone dall’altro profilo medico. Irene Mirella Scancarello
In un tempo in cui ogni situazione sanitaria sul territorio nazionale sembra essere fallimentare e manchevole nel servizio nella risoluzione di questioni più o meno gravi, scrivo con grande senso di gratitudine e ringraziamento questa lettera, affinché si riconosca il plauso e il pregevole funzionamento sanitario del reparto Malattie Infettive dell'ospedale Sant'Elia della nostra città di Caltanissetta. Racconterò i fatti perché davvero mi sono ritrovata a vivere, direttamente, una situazione legata alla salute di mia madre il cui epilogo avrebbe potuto essere nefasto e triste. Ma non è stato così. Ecco i fatti.
Nella notte tra il 10 e l'11 marzo mia madre accusa un disturbo legato a nausea e conati di vomito improvvisi, seguiti da affanno e difficoltà respiratoria che mi hanno costretta a chiamare il 118 perché l'improvviso disturbo alla respirazione si è presentato da subito preoccupante. Gli operatori del 118 hanno constatato un'insufficienza respiratoria, così raggiungiamo l'ospedale nel cuore della notte, all'improvviso e senza alcuna avvisaglia precedente a questo fatto. Mia madre è una donna dalla tempra forte, è del 1928, è cardiopatica e soffre di ipertensione, nei primi giorni di marzo aveva fatto privatamente una visita cardiologica ed esami ematici che nei valori generali presentavano un quadro buono della sua salute, solo il valore della ferritina era basso, la Ves e qualche altro piccolo valore che non ricordo nel momento in cui scrivo.
Al pronto soccorso hanno ordinato una Tac torace eseguita alle prime ore del mattino, nell'attesa, con mio enorme stupore, constato che tutti svolgono un servizio attento e premuroso per tutte le necessità di emergenza, che tutto "l'inferno" che alcuni giornalisti decantano della nostra struttura ospedaliera, ha anche un un'altra faccia della medaglia. Ci sono persone che lavorano tanto e bene, con gentilezza e premura, che ti donano un sorriso se vedono preoccupazione sul volto di chi è in attesa di un esito o visita che si svolgerà di lì a poco. Non ho constatato "quelle situazioni assurde" descritte, ho ricevuto un'assistenza completa e paziente.
Arrivato l'esito chiamano il nome di mia madre, mi avvicino, e sento che il medico designa un posto a mia madre nel reparto di Malattie Infettive. Io non capivo il motivo, ho subito pensato a una mancanza di posto, ma questo pensiero "leggero" cede il posto a un verdetto amaro e sorprendente: alla richiesta del motivo di tale ricovero il medico mi comunica che mia madre ha una polmonite dal quadro devastante e grave. Per un momento mi è parso ci fosse stato un errore. Mia madre non aveva avuto nulla, non una febbre, non un malessere, la polmonite infatti (mi verrà detto subito dopo) è asintomatica, grave e per di più acuta nella situazione della diagnosi fatta. Il tampone al covid era negativo ma il quadro di salute di mia madre gravissimo.
Giunti in reparto gli infermieri sono stati gentilissimi e anche il medico che si è subito preoccupato di trascrivere con attenzione tutti i dati di mia madre e i farmaci che giornalmente doveva prendere. Ma la situazione non era buona. Per scrupolo hanno ripetuto il tampone molecolare, l'esito è stato n negativo e così sono partite subito le cure. Mamma non era né un numero di letto né un'anziana signora "che già ha ben vissuto i suoi anni di vita" e che poteva lasciarci tutti noi suoi familiari...no! Ho avuto subito la percezione che tutti si sarebbero mossi per una cura vincente a una polmonite devastante. Tutti i medici, dico tutti i medici, hanno subito cominciato le cure. L'ossigeno per quanto alto non garantiva valori di emogas decenti, e allora si è passati agli "alti flussi di ossigeno". Sono stati giorni tremendi. Ma vedevamo il miglioramento.
Tutti i medici hanno avuto modi eccellenti nel comunicare gli aggiornamenti sullo stato di salute di mamma, e gli infermieri pazienti oltre ogni limite. E' cominciato anche il cortisone e con lui la stanchezza perché stare in ospedale per mia madre non è cosa semplice, c'è sempre stata poco e solo per situazioni di malattia "pesanti" in passato. Gli infermieri sono una squadra formidabile e così i medici, compatti tra loro formano una formidabile equipe senza gelosie, scontri o pareri discordanti tra loro. Una squadra forte che mi ha subito fatto sperare bene, per quanto la situazione fosse difficile, oggi hanno dimesso mia madre. La polmonite sono riusciti a curarla, dovrà tenere l'ossigeno tutto il giorno ma è viva. Per quanto la sua età è ormai quasi al tramonto della sua vita, scrivo questa lettera per ringraziare tutte le persone che lavorano in questo reparto, perché hanno avuto rispetto di una vita, quella di mia madre, che non si sono risparmiati in nulla, che hanno informato me e mia sorella sempre con attenzione e chiarezza.
Grazie di cuore perché mantenete tutti alta la qualità di una realtà ospedaliera spesso "attaccata" anche ingiustamente da notizie eclatanti che seguono solo la negatività del chiasso e "stampa scritta" che non si cura di raccontare i successi silenziosi. Grazie ancora, spero tanto che possiate vivere quelle soddisfazioni personali che vi meritate e i dovuti riconoscimenti professionali che vi renderanno persone fiere del vostro delicato lavoro, di persone dall'altro profilo medico. Irene Mirella Scancarello
Caltanissetta. Quella nausea e l'insufficienza respiratoria causati da una grave polmonite, ma i medici del Sant'Elia hanno salvato mia madre
Palermo Rosalba
Lei e sua mamma siete state molto fortunate e la assicuro che chi ha da ridire sul pronto soccorso e i reparti di degenza che non funzionano non denigrano affatto lqualche medico o personale infermieristico o operatorie sanitario volenteroso ed umano \nanzi notano che sono pochi per la mole di lavoro che devono affrontare...Chi scrive ha vissuto sulla propria pelle una situazione vergognosa...Pronto soccorso con persone accatastate su barelle e vedere medici e operatori sanitari che non avevano più barelle per mettere gente per lo più anziana e stare parcheggiati 8 giorni al pronto soccorso perchà© nei reparti non ci sono posti letto per i ricoveri dato che il direttore sanitario per risparmiare sulla sanità taglia posti letto e non assume personale per accudire i cittadini come gli spetta di diritt o e mi perdoni non mi sta affatto bene che la giustificazione di infermieri ed operatori ospedalieri che no accudiscono bene l\\\'ammalato sia che sono pochi e non c\\\'è la fanno...\nHanno i sindacati e protestano...\nNon può pagare l\\\' ammalato..\nVogliono il Policlinico!!! Prima devono avere persone capaci nel saperlo gestire ed aimà© mi dispiace dirlo da nissena\nma gli ennesi hanno dimostrato di avere politici e amministratori più capaci dei nostri.....\n\n