Caltanissetta, Giuliana Geraci teste al processo Montante: "Litigò con mio padre, poi cominciarono controlli continui di Nas e Asp"
Diversi gli episodi "inquietanti" raccontati dalla legale rappresentante del Torronificio Geraci: dai poliziotti appostati fuori dal torronificio, ai continui controlli
"L’attività esiste dal 1870 era intestata al mio bisnonno. Io e mia sorella siamo socie e proprietarie. Personalmente non conosco Antonello Montante ma lui era un cliente, quando c’era ancora mio padre. Veniva ad acquistare da noi". Comincia così il racconto di Giuliana Geraci, dal 2008 legale rappresentante del torronificio Geraci Snc, sentita oggi come teste e parte civile nel corso dell'udienza del maxi processo sul "Sistema Montante". "I rapporti tra Antonello Montante e mio padre erano da cliente a fornitore, poi ci fu una lite aspra di cui però non conosco il motivo, e i rapporti si interruppero. Quello che so è che ci fu un problema di pagamenti finito con un assegno strappato o gettato in faccia. Al torronificio ci furono diversi controlli da parte dell’Asp e dei Nas. Poi abbiamo avuto dei controlli particolari sui materiali che venivano a contatto con gli alimenti. Vennero anche tre persone del servizio antifrode che per una mattinata hanno insistito perché volevano la ricetta del torrone, questo avvenne in un periodo tra il 2013 e il 2015. Ci dissero che avevamo obbligo di fare un ricettario e metterlo sul computer e che sarebbero tornati dopo una settimana a verificare ma non sono mai tornati. La ricetta non l’ho mai data. Da quando abbiamo costituito la Snc abbiamo sempre avuto i controlli. Fino alla morte di mio padre, nel 2008, i controlli c’erano, ma con una frequenza normale, di una volta all’anno, ma poi cominciarono a verificarsi una volta al mese. Siamo un’azienda alimentare il fatto che ci siano i controlli è normale ma qualcuno non sembrava obiettivo o sereno. Un giorno i carabinieri ci hanno fatto un verbale perché i muri non erano perfettamente intonacati. Normalmente quando ci sono le mura non intonacate non ti fanno la multa subito, ti danno 60 giorni per provvedere e poi eventualmente viene fatta la multa. In quella occasione ero con mio cugino Luca Luzio e gli avevamo chiesto chi ci avesse segnalati e ci dissero che era un’azienda concorrente". Poi Giuliana Geraci si è soffermata sulla nascita dell'Antico Torronificio Nisseno. "Aqulina - ha spiegato la teste - era colui che veniva a ritirare il torrone quando Montante era ancora cliente di mio padre. L’Antico Torronificio si è costituito nel 2006. Qualcuno ci aveva portato l’opuscoletto dell’Antico Torronificio nisseno con una citazione di Camilleri. E mio padre fece una battuta: 'in questo torronificio c’è Aquilina quindi è di Montante'. Uscì un bando della Regione Sicilia - ha raccontato ancora la teste - per partecipare come sponsor all’Expo. Fummo ammessi ma una serie di difficoltà di partecipazione ci hanno fatto desistere. L’Antico Torronificio nisseno partecipò all’Expo su invito della Camera di Commercio. Ci fu un evento all’hotel San Michele organizzato dall’Assessorato alle Attività Produttive per dare possibilità alle aziende dell’agroalimentare di incontrare dei buyers. Questo evento prevedeva una selezione di 30 aziende che avrebbero avuto una serie di benefici. Una settimana dopo ci è stato comunicato che non eravamo stati ammessi tra le 30 aziende selezionate. E in quell’occasione chiesi i criteri di selezione ma non ho mai ricevuto risposte. ". Alla teste è stato chiesto chi fosse Davide Scancarello, attuale proprietario del Torronificio "Tentazioni e Sapori". "Davide Scancarello - spiega Geraci - era un nostro dipendente che poi se ne andò all’antico Torronificio Nisseno e poi aprì un proprio torronificio, “Tentazioni e Sapori”. Qualche tempo dopo mi disse che mi voleva incontrare e mi disse che era dispiaciuto per quanto successo e che si era fatto abbindolare da Montante. Mi disse che avrebbe voluto riprendere a lavorare da noi però per me era fuori discussione e non mi interessava più. Scancarello appariva molto spaventato, disse che aveva paura di parlare al telefono e che Montante 'aveva braccia ovunque'. Quanto a Davide Marchese è stato un nostro dipendente dai primi del ’90 al 2017. C’è stato un periodo tra il 2004 e il 2005, in cui dalla seconda delle nostre porte, che è l’ingresso dei dipendenti, mio padre aveva visto delle persone appostate. Davide Marchese gli disse che quelli erano due poliziotti che stavano cercando di convincerli ad andare a lavorare nel nuovo torronificio che si sarebbe costituito, che li avrebbero pagati di più e che per loro sarebbe stato più vantaggioso. Ad un certo punto, nel 2006, Scancarello si licenzia dicendo che andava a lavorare con il padre che avrebbe aperto un negozio di elettrodomestici, e invece poi quando aprì l’antico torronificio nisseno andò a lavorare lì. Poi divenne amministratore, non ricordo se da subito o dall’anno successivo". Giuliana Geraci ha raccontato un altro episodio inquietante di quel periodo: "Una mattina sono arrivata in negozio e la porta di ingresso era aperta. Senza nemmeno entrare chiamo la polizia. Non c’era nessuno dentro e non avevano preso nulla. Il poliziotto della scientifica mi disse che probabilmente era stato un tossicodipendente, ma non furono neanche toccate le bottiglie, nulla".
"L'attività esiste dal 1870 era intestata al mio bisnonno. Io e mia sorella siamo socie e proprietarie. Personalmente non conosco Antonello Montante ma lui era un cliente, quando c'era ancora mio padre. Veniva ad acquistare da noi". Comincia così il racconto di Giuliana Geraci, dal 2008 legale rappresentante del torronificio Geraci Snc, sentita oggi come teste e parte civile nel corso dell'udienza del maxi processo sul "Sistema Montante".
"I rapporti tra Antonello Montante e mio padre erano da cliente a fornitore, poi ci fu una lite aspra di cui però non conosco il motivo, e i rapporti si interruppero. Quello che so è che ci fu un problema di pagamenti finito con un assegno strappato o gettato in faccia. Al torronificio ci furono diversi controlli da parte dell'Asp e dei Nas. Poi abbiamo avuto dei controlli particolari sui materiali che venivano a contatto con gli alimenti. Vennero anche tre persone del servizio antifrode che per una mattinata hanno insistito perché volevano la ricetta del torrone, questo avvenne in un periodo tra il 2013 e il 2015. Ci dissero che avevamo obbligo di fare un ricettario e metterlo sul computer e che sarebbero tornati dopo una settimana a verificare ma non sono mai tornati. La ricetta non l'ho mai data. Da quando abbiamo costituito la Snc abbiamo sempre avuto i controlli. Fino alla morte di mio padre, nel 2008, i controlli c'erano, ma con una frequenza normale, di una volta all'anno, ma poi cominciarono a verificarsi una volta al mese. Siamo un'azienda alimentare il fatto che ci siano i controlli è normale ma qualcuno non sembrava obiettivo o sereno. Un giorno i carabinieri ci hanno fatto un verbale perché i muri non erano perfettamente intonacati. Normalmente quando ci sono le mura non intonacate non ti fanno la multa subito, ti danno 60 giorni per provvedere e poi eventualmente viene fatta la multa. In quella occasione ero con mio cugino Luca Luzio e gli avevamo chiesto chi ci avesse segnalati e ci dissero che era un'azienda concorrente".
Poi Giuliana Geraci si è soffermata sulla nascita dell'Antico Torronificio Nisseno. "Aqulina - ha spiegato la teste - era colui che veniva a ritirare il torrone quando Montante era ancora cliente di mio padre. L'Antico Torronificio si è costituito nel 2006. Qualcuno ci aveva portato l'opuscoletto dell'Antico Torronificio nisseno con una citazione di Camilleri. E mio padre fece una battuta: 'in questo torronificio c'è Aquilina quindi è di Montante'. Uscì un bando della Regione Sicilia - ha raccontato ancora la teste - per partecipare come sponsor all'Expo. Fummo ammessi ma una serie di difficoltà di partecipazione ci hanno fatto desistere. L'Antico Torronificio nisseno partecipò all'Expo su invito della Camera di Commercio. Ci fu un evento all'hotel San Michele organizzato dall'Assessorato alle Attività Produttive per dare possibilità alle aziende dell'agroalimentare di incontrare dei buyers. Questo evento prevedeva una selezione di 30 aziende che avrebbero avuto una serie di benefici. Una settimana dopo ci è stato comunicato che non eravamo stati ammessi tra le 30 aziende selezionate. E in quell'occasione chiesi i criteri di selezione ma non ho mai ricevuto risposte. ". Alla teste è stato chiesto chi fosse Davide Scancarello, attuale proprietario del Torronificio "Tentazioni e Sapori". "Davide Scancarello - spiega Geraci - era un nostro dipendente che poi se ne andò all'antico Torronificio Nisseno e poi aprì un proprio torronificio, "Tentazioni e Sapori". Qualche tempo dopo mi disse che mi voleva incontrare e mi disse che era dispiaciuto per quanto successo e che si era fatto abbindolare da Montante. Mi disse che avrebbe voluto riprendere a lavorare da noi però per me era fuori discussione e non mi interessava più. Scancarello appariva molto spaventato, disse che aveva paura di parlare al telefono e che Montante 'aveva braccia ovunque'. Quanto a Davide Marchese è stato un nostro dipendente dai primi del '90 al 2017. C'è stato un periodo tra il 2004 e il 2005, in cui dalla seconda delle nostre porte, che è l'ingresso dei dipendenti, mio padre aveva visto delle persone appostate. Davide Marchese gli disse che quelli erano due poliziotti che stavano cercando di convincerli ad andare a lavorare nel nuovo torronificio che si sarebbe costituito, che li avrebbero pagati di più e che per loro sarebbe stato più vantaggioso. Ad un certo punto, nel 2006, Scancarello si licenzia dicendo che andava a lavorare con il padre che avrebbe aperto un negozio di elettrodomestici, e invece poi quando aprì l'antico torronificio nisseno andò a lavorare lì. Poi divenne amministratore, non ricordo se da subito o dall'anno successivo".
Giuliana Geraci ha raccontato un altro episodio inquietante di quel periodo: "Una mattina sono arrivata in negozio e la porta di ingresso era aperta. Senza nemmeno entrare chiamo la polizia. Non c'era nessuno dentro e non avevano preso nulla. Il poliziotto della scientifica mi disse che probabilmente era stato un tossicodipendente, ma non furono neanche toccate le bottiglie, nulla".
Caltanissetta, Giuliana Geraci teste al processo Montante: "Litigò con mio padre, poi cominciarono controlli continui di Nas e Asp"