Sarebbe stato il 49enne nisseno Antonio Maniscalco il capo dell’associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana a Mussomeli, nei comuni del Vallone e in altre zone dell’Agrigentino. Associazione che è stata disarticolata dai carabinieri dopo l’arresto, questa mattina, di quindici persone indagate a vario titolo per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Maniscalco – finito in carcere così come la fidanzata Antonella Alotta di 32 anni - e gli altri indagati, nelle loro conversazioni cercavano di utilizzare un linguaggio criptico ma non così tanto da riuscire a ingannare gli investigatori. Neanche il periodo pandemico, nonostante il lockdown e i controlli serrati delle forze dell’ordine era riuscito a fermare il sodalizio criminale al quale vengono contestati oltre 200 capi di imputazione nell’arco temporale di 7 mesi. Le operazioni di confezionamento della droga avvenivano in casa di Maniscalco. In una intercettazione si sentono gli indagati riunirsi a casa di Maniscalco, dove quest’ultimo viveva in compagnia della Alotta. Nel corso dell’intercettazione si sente il rumore continuo del batticarne utilizzato da Maniscalco per frantumare le compresse di tachipirina. Quest’ultima veniva utilizzata come sostanza da taglio per la cocaina. Lo stesso batticarne, ancora intriso di sostanza stupefacente, e le stesse compresse, saranno poi rinvenute nel corso di una perquisizione domiciliare. Maniscalco, incontrando qualche difficoltà nell’amalgamare le compresse frantumate di tachipirina aveva esclamato: “Ah, ssa cosa un s’ammisca…”.In quel contesto, caratterizzato dalle operazioni di taglio e confezionamento dello stupefacente, gli indagati commentavano l’atteggiamento di un loro cliente di nome Salvatore che si lamentava sempre della qualità della cocaina, anche quando questa era buona. La conversazione continuava fin quando Maniscalco non si mostrava soddisfatto del risultato: “Troppu bella è sta vota, troppu bella è sta vota” ... “Ah l’arriminasti?”. Successivamente mentre gli indagati stavano – sempre secondo la ricostruzione degli investigatori - confezionando le dosi, ipotizzavano di portarle al domicilio di alcuni clienti. Tra questi anche un non vedente il quale, a causa delle sue condizioni, temeva sempre di essere ingannato sul peso: "Sì è chiu picca un mi nni pigghiu chista vota". Gli arrestati sono difesi dagli avvocati Sergio Iacona, Pietro Sorce, Gesua Nugara, Giuseppe Barba, Salvatore Pappalardo, Giuseppe Panepinto, Salvatore Baiamonte, Dino Milazzo, Filippo Pellitteri, Massimo Scozzari, Carmelo Amoroso e Gianluca Nigrelli.
Sarebbe stato il 49enne nisseno Antonio Maniscalco il capo dell'associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina, hashish e marijuana a Mussomeli, nei comuni del Vallone e in altre zone dell'Agrigentino. Associazione che è stata disarticolata dai carabinieri dopo l'arresto, questa mattina, di quindici persone indagate a vario titolo per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Maniscalco - finito in carcere così come la fidanzata Antonella Alotta di 32 anni - e gli altri indagati, nelle loro conversazioni cercavano di utilizzare un linguaggio criptico ma non così tanto da riuscire a ingannare gli investigatori. Neanche il periodo pandemico, nonostante il lockdown e i controlli serrati delle forze dell'ordine era riuscito a fermare il sodalizio criminale al quale vengono contestati oltre 200 capi di imputazione nell'arco temporale di 7 mesi. Le operazioni di confezionamento della droga avvenivano in casa di Maniscalco. In una intercettazione si sentono gli indagati riunirsi a casa di Maniscalco, dove quest'ultimo viveva in compagnia della Alotta. Nel corso dell'intercettazione si sente il rumore continuo del batticarne utilizzato da Maniscalco per frantumare le compresse di tachipirina. Quest'ultima veniva utilizzata come sostanza da taglio per la cocaina. Lo stesso batticarne, ancora intriso di sostanza stupefacente, e le stesse compresse, saranno poi rinvenute nel corso di una perquisizione domiciliare. Maniscalco, incontrando qualche difficoltà nell'amalgamare le compresse frantumate di tachipirina aveva esclamato: "Ah, ssa cosa un s'ammisca?".In quel contesto, caratterizzato dalle operazioni di taglio e confezionamento dello stupefacente, gli indagati commentavano l'atteggiamento di un loro cliente di nome Salvatore che si lamentava sempre della qualità della cocaina, anche quando questa era buona. La conversazione continuava fin quando Maniscalco non si mostrava soddisfatto del risultato: "Troppu bella è sta vota, troppu bella è sta vota" ... "Ah l'arriminasti?". Successivamente mentre gli indagati stavano - sempre secondo la ricostruzione degli investigatori - confezionando le dosi, ipotizzavano di portarle al domicilio di alcuni clienti. Tra questi anche un non vedente il quale, a causa delle sue condizioni, temeva sempre di essere ingannato sul peso: "Sì è chiu picca un mi nni pigghiu chista vota". Gli arrestati sono difesi dagli avvocati Sergio Iacona, Pietro Sorce, Gesua Nugara, Giuseppe Barba, Salvatore Pappalardo, Giuseppe Panepinto, Salvatore Baiamonte, Dino Milazzo, Filippo Pellitteri, Massimo Scozzari, Carmelo Amoroso e Gianluca Nigrelli.
Arresti per droga, il capo era il nisseno Antonio Maniscalco: la cocaina tagliata con la tachipirina, tra i clienti anche un non vedente